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IN LIBRERIA DAL 6 OTTOBRE

Amore, morte e solitudine nei versi di Marilyn Monroe
30.09.2010

In arrivo il volume che raccoglie le poesie della diva americana. Nell'edizione spagnola prefazione di Antonio Tabucchi
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Il lato amaro della vita di Marilyn Monroe emerge e rivive nella raccolta di poesie scritte dall'attrice, edite dallo spagnolo Seix Barral e pubblicate in tutto il mondo dal 6 ottobre. “Nei Frammenti”, titolo dell'opera, non la vita patinata della star del cinema, ma gli amori, le delusioni, la solitudine di una donna ossessionata dall'idea di trovare la sua identità in un sistema, quello hollywoodiano, che le sembrava negasse ogni impulso creativo proprio e intellettuale. Una donna che si sentiva con le spalle al muro, intrappolata nel ruolo di bionda sexy frivola e svampita che è stata costretta a interpretare fino alla sua tragica morte nel 1962.

Per evadere da questo mondo, non il personaggio Marilyn, ma la donna Norma, scriveva. Scriveva nei giorni tristi rinchiusa nelle mura di un hotel, scriveva nei pochi momenti felici, scriveva durante le numerose crisi depressive. Annotava pensieri e attimi di vita su qualsiasi cosa avesse a tiro, fogli sparsi, quaderni, retro di fatture e bollette, in quel modo caotico, ma assolutamente artistico, che la rispecchiava.
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Alcuni scritti risalgono a quando l'attrice aveva 20 anni e descrive nei dettagli i suoi sentimenti dopo aver scoperto l'infedeltà del primo marito, James Dougherty. Molte poesie sono invece dedicate al suo terzo marito, il commediografo Arthur Miller. In tutte emerge una dimensione intimistica, introspettiva e delicata che ne fanno un prezioso, autentico, ritratto.

Gli scritti vanno dal 1943, quando la Monroe era ancora una ragazzina, fino al 1962, quando il suo corpo senza vita fu ritrovato in una lussuosa villa di Los Angeles.
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Buchtahl Stanley e Bernard Comment, gli editori spagnoli del volume, hanno spiegato che: «Alcuni di questi testi danno luogo a interpretazioni e commenti, ma non c'è nulla in loro di sporco, nessun gossip. Emerge un'intimità senza esibizionismo, la misurazione sismica dell'anima». Nella prefazione lo scrittore Antonio Tabucchi parla di una personalità «intellettuale e artistica» che nessun biografo poteva sospettare.

Alla sua morte tutti i suoi beni furono ereditati dal maestro dell'Actors Studio, Lee Strasberg. Per quasi quarant'anni le casse contenenti tutti gli effetti personali della diva sono rimaste serrate, fino a quando Anna Strasberg, vedova del maestro, ha deciso di mostrarne il contenuto.
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Nella sua biblioteca sono stati trovati libri di storia, romanzi e saggi. Da Walt Whitman a James Joyce, Samuel Beckett, Gustav Flaubert, Jack Kerouac, Fëdor Dostoevskij e John Steinbeck. Tra i suoi poeti preferiti, Milton e tra i pittori, Goya: «Conosco bene quest'uomo, abbiamo gli stessi sogni, è da quando sono piccola che ho gli stessi sogni», ha scritto una donna segnata da una infanzia terribile: perso il padre da bambina, è rimasta vittima di una madre schizofrenica che non si è mai curata di lei.
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